Malattia Venosa Cronica in estate. Come comportarsi
Chi soffre di insufficienza venosa lo sa: l’estate non è, certamente, la stagione migliore.
Quando parliamo di insufficienza venosa parliamo di anomalie morfologiche e funzionali di lunga durata del sistema venoso causate da incontinenza valvolare, associata a reflusso sia da ostruzione sia da insufficienza valvolare primitiva, che interessa appunto il sistema venoso superficiale o quello profondo, o tutti e due.
I sintomi precoci quali sono? Inizialmente, quando la malattia è agli esordi, i sintomi sono molto specifici, cioè pesantezza agli arti inferiori, sensazione di calore soprattutto dopo una prolungata stazione eretta, formicolii.
Evolvendo nel tempo e aggravandosi, l’insufficienza venosa presenta dei segni che esprimono le alterazioni che diventano morfologiche e anatomiche, come varici, teleangectasie con la dilatazione dei vasi più piccoli che, impropriamente ma secondo il gergo comune, sono noti come “capillari”, piccole dilatazioni venose, sino ad arrivare a varici a reticoli o a dei tronchi venosi dilatati, tortuosi con discromie, macchie della cute, soprattutto nella parte inferiore delle gambe, in prossimità della caviglia e dei malleoli e, in ultimo, espressione della maggiore gravità, le lesioni ulcerative, che possono essere di vario livello, di varia estensione e interessare i piani più profondi.
I soggetti più a rischio sono le donne.
C’è uno studio epidemiologico che ha dimostrato in maniera inequivocabile che gli uomini sono colpiti intorno al 38,33%, per quanto riguarda l’incidenza complessiva di disturbi venosi cronici, mentre le donne hanno una incidenza quasi del 51%.
Naturalmente, alcuni soggetti sono maggiormente a rischio, quali gli obesi, chi ha una familiarità, quindi con genitori portatori entrambi con patologie varicose, soggetti che svolgono attività lavorative che impongono una stazione eretta prolungata.
Il caldo ha una azione vasodilatatoria.
Per questo, in genere, l’arteriopatico sta meglio in estate e il flebopatico in inverno.
Il caldo vasodilata sia i grossi vasi venosi, facendo diminuire il tono sia dei macro che dei micro vasi venosi; quindi, aumentando la vasodilatazione, aumenta la permeabilità capillare e l’edema e, conseguentemente, il gonfiore alle caviglie.
Si sa che le persone che hanno disturbi venosi, nelle grandi giornate di caldo, hanno un maggiore edema alle caviglie e, spesso, ricorrono ad artifici, come quello di fare dei pediluvi freddi o di mettere le gambe al fresco, per contrastare la stasi venosa delle vene che rispetto alle arterie hanno una minore velocità di flusso e un tono di parete e una pressione sanguigna al loro interno molto minori.
Il caldo aumenta la stasi e riduce la velocità di scorrimento del sangue.
Quali integratori si utilizzano?
Sostanzialmente, gli integratori sono largamente diffusi nel consumo da parte di molti pazienti che sovente se li autoprescrivono, essendo prodotti di libera vendita e delle volte sono consigliati dai medici.
Si tratta di prodotti specifici, volti a favorire l’assunzione di determinati principi nutritivi che normalmente non sono presenti in una dieta. Ce ne sono di diversi tipi: integratori alimentari, che contengono principi nutritivi, e quelli vitaminici. Sono tutti assoggettati a un decreto legislativo e nel 2002 sono stati sottoposti a controllo ministeriale, che ne propone e ne sostiene un uso salutistico.
Gli integratori sono diversi quindi dai medicinali. Più del 40% dei pazienti, tra Stati Uniti ed Europa, impiega nutraceutici, integratori e fitoterapici, da soli o in associazione ai farmaci. Quindi, c’è un uso largo e diffuso.
Per quanto riguarda gli alimenti, sono utili i cibi come frutta, alcune verdure che contengono sostanze che agiscono sulla permeabilità e sul tono venoso; ci sono i flavonoidi (DIOSMINA, RUTINA ed ESPERIDINA in primis) che sono contenuti in moltissime sostanze naturali – frutta, verdura – che hanno queste capacità benefiche, riducendo la permeabilità del versante venoso del microcircolo, per cui danno una sensazione di benessere.